Il progetto del GEA, Gruppo Esplorazioni Analoghe per l’addestramento dei futuri astronauti si dota del dispositivo E-roundme per le esercitazioni in grotta
Il gruppo di ricercatori del GEA, già selezionati per presentare il loro progetto alla 74esima International Astronautical Congress di Baku in Azerbaigian, ha deciso di monitorare l’ambiente ipogeo dove sono previste le esercitazioni per avere un controllo della qualità dell’aria in tempo reale e aumentare di conseguenza il fattore sicurezza.
Non a caso, l’obiettivo centrale del gruppo dei giovani ricercatori, è quello di ricreare le condizioni estreme affrontate dagli astronauti nello svolgimento delle loro missioni nello spazio e riprodurre i potenziali problemi che possono insorgere durante l’effettiva esecuzione della missione.
Inoltre le grotte, presenti su gran parte del territorio italiano, rappresentano una location ideale per simulare nuove missioni di esplorazione spaziale, soprattutto per quanto concerne l’ipotesi di esplorare i lava tubes lunari o gli ambienti sotterranei di Marte. Missioni che di fatto richiedono preparazione in ambiente ipogeo, ma anche un controllo continuativo della situazione ambientale.
Ma non solo. Le missioni prevedono anche la conduzione di svariati esperimenti, tra cui la possibilità di sviluppare nuove tecniche di produzione di energia attraverso il riuso dei rifiuti biologici dell’organismo umano e lo sviluppo di forme innovative per la coltura di micropiante.
Il dispositivo E-roundme consegnato ai ricercatori è dotato di 10 sensori ambientali, testati grazie alla collaborazione del LabCap del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Tor Vergata, in grado di riportare una immediata sintesi qualitativa dell’aria e di eventuali situazioni critiche, con rispettivi alert che potrebbero verificarsi durante l’addestramento. Inoltre, il dispositivo, che dispone anche di lettura con la tecnologia della realtà aumentata, è in grado di generare dei report per verificare le condizioni in un determinato lasso temporale.
“Mantenere l’ambiente della missione analoga sicuro e controllato è di fondamente importanza, sia per la sicurezza dei nostri Speleonauti che per la corretta riuscita dei test.
Ciò implica la la necessità di un costante monitoraggio dei parametri ambientali, dalla temperatura alla percentuale di CO2 e così via… E-RoundMe combina immediatezza nell’uso e accuratezza dei risultati, con un design tascabile e leggero, facile da trasportare anche in ambienti estremi, come quello ipogeo delle nostre sperimentazioni.
Grazie al nostro sponsor E-RoundMe, con un solo dispositivo ed i nostri smartphone, siamo in grado di assolvere a tutti questi requisiti, per mezzo inoltre di una fantastica interfaccia in Realtà Aumentata, che chissà, magari un giorno farà parte dei nostri caschi o delle nostre tute…”. E’ quanto dichiara Lorenzo Chiavari, Speleonaut, Marketing & Communication Manager, head of GEA Mission Support Center.
“Siamo davvero soddisfatti di poter supportare questo gruppo talentoso e intraprendente di giovani ricercatori che stanno dando lustro alla ricerca italiana. L’invito alla prestigiosa kermesse di Baku in Azerbaijan ne è la chiara prova. Siamo altresì soddisfatti che E-roundme rappresenti per questi giovani un utile dispositivo capace di incrementare ulteriormente il fattore sicurezza.
E’ certo che la cosiddetta space economy sta diventando uno dei settori più appetibili per le imprese e tante realtà iniziano a guardare all’economia circolare nello spazio come un vero e proprio investimento per il futuro e per le nuove generazioni”. E’ quanto dichiarano Andrea De Matthaeis e Alessandro Ambrosin fondatori della start up innovativa Eroundme.